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TESTATA UNICA PER LA RAI ?

 

SALUTO DEL VICEPRESIDENTE DI INFOCIVICA GIANNI BELLISARIO

 

Prima di passare la parola a Massimo De Angelis che modererà l’incontro di questa mattina qualche riflessione nel tentativo di individuare dei punti di riferimento o se volete un possibile cornice in cui inserire le riflessioni sul tema della opportunità di un’unica testata giornalistica per l’editore del Servizio Pubblico.

La prima considerazione riguarda lo scenario complessivo del mondo della comunicazione in Italia ed in Europa e nel Mondo.

Nella sempre maggiore integrazione di tutte le forme di comunicazione sulla comune base tecnologica digitale, e con il progressivo sviluppo delle Nuove Reti a Larga Banda che consentono la completa interattività per i singoli utenti anche per la gestione delle immagini in movimento, è in corso da tempo un riallineamento delle aziende che operano nei settori dell’informatica, della telefonia e del broadcasting. Si stringono alleanze, si fondono aziende, si creano nuovi operatori. Anche in Italia è da tempo iniziato questo processo di alleanze ed accordi strategici tra i broadcaster privati e gli operatori telefonici.

La Rai ed i maggiori broadcaster pubblici europei non hanno deciso se e con chi allearsi. Tutto lascia pensare che, visti gli accordi stipulati dagli altri broadcaster privati italiani le strade di Telecom Italia e Rai sono destinate ad incrociarsi.

L’alleanza a livello italiano non risolve di per sé il problema della massa critica nella competizione globale ma può essere una strada per costruire un sistema di alleanze a livello almeno continentale che consenta di partecipare alla partita.

La seconda considerazione riguarda la declinazione del concetto di Servizio Pubblico della radiotelevisione in una realtà che vede tutto il settore delle comunicazioni aggregarsi in un’unica piattaforma tecnologica che veicola tutti i prodotti della comunicazione: da quelli radiotelevisivi a quelli dell’editoria tradizionale a quelli dei nuovi network a quelli della molteplicità di servizi interattivi e personalizzati che raggiungono gli utenti attraverso la stessa rete.

Il Servizio Pubblico radiotelevisivo aveva il compito di garantire a tutti l’accesso alle informazioni ed ai programmi. Cosa significherà “garantire a tutti” l’accesso nel prossimo futuro? Non basterà la garanzia dell’accesso al DTT ma sarà necessario garantire il libero accesso alle reti di telecomunicazione ed ai software che viaggiano sulle reti ed ai server/operatori che gestiscono il rapporto con l’utente finale. Come si definirà il Concessionario di Pubblico Servizio nel 2015 alla scadenza dell’attuale concessione?

L’Associazione Infocivica è stata sempre sostenitrice della necessità di un Servizio Pubblico radiotelevisivo affidato ad una struttura pubblica. In questi ultimi anni Infocivica, con l’evolversi della integrazione globale nell’area della comunicazione ed in considerazione della sempre maggiore strategicità culturale, economica , politica e sociale che il settore sta assumendo in tutto il mondo, ha riconsiderato il significato di Servizio Pubblico allargandone il riferimento a tutto il mondo della comunicazione all’interno almeno dei confini Europei.

A nostro parere è necessario costruire un Servizio Pubblico Europeo delle Comunicazioni che sia espressione della Comunità Europea e degli Stati Membri e che sia garante dell’accesso alle reti ai servizi ed alle informazioni a tutti i cittadini europei.

Il processo di ammodernamento ed innovazione necessario per adeguare il Servizio Pubblico radiotelevisivo al necessario salto di qualità che le trasformazioni in atto comportano corrisponde anche ad un ripensamento sulla produzione e distribuzione delle informazioni intese sia come news che come approfondimenti. Le garanzie di pluralismo che sono all’origine dell’attuale assetto produttivo ed editoriale dell’informazione nella RAI, non possono essere applicate secondo la logica delle autonomie editoriali delle singole testate giornalistiche, nell’epoca dell’informazione on line ed always on di Internet è necessario elaborare un modello diverso e più adatto al rapporto personalizzato con i singoli utenti.

Concentrare l’attività editoriale dell’informazione Rai in un’unica struttura potrebbe essere un primo passo per ripensare il ruolo del Servizio Pubblico nella società ed avviare quel progetto di riforma necessario ad assicurare agli utenti un punto di riferimento certo nella babele informatica che rischia di travolgerci tutti.