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di servizi di pubblica utilità nella società dell'informazione.“
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APPELLO DELL'ASSOCIAZIONE INFOCIVICA - GRUPPO DI AMALFI

LE RAGIONI DI UN SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO
E MULTIMEDIALE PER LA SOCIETA' ITALIANA DELL'INFORMAZIONE


Si può fare a meno del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia?
Crediamo con convinzione di no, perché:


La nostra società, in perenne e veloce trasformazione, vive crisi continue anche in termini di valori e cultura. Oltre a una informazione e formazione pubblica sulla sicurezza collettiva, è quindi necessario un luogo, uno specchio, nel quale la comunità nazionale possa leggersi e interpretarsi: senza negare ipocritamente la funzione “educativa”, nel bene o nel male, che i media comunque conservano.

Nella nuova società multietnica, è necessario un luogo nel quale la comunità nazionale integri gli extraeuropei che vivono nel nostro Paese.

E’ necessario un luogo in cui sentirsi italiani fra gli italiani, ma anche europei fra gli europei, nel continente nel quale i servizi pubblici di radio e televisione sono nati e si sono sviluppati, e dove sono riconosciuti e regolati come tali dall’Unione Europea.

Questo luogo non può che essere un luogo di tutti: un luogo in cui tutti e ciascuno si senta rappresentato, in cui nessuno abbia il timore che c’è chi provvede a deformare lo specchio o a truccare le carte.

Questo luogo è il Servizio Pubblico di radio e televisione: una garanzia di servizio universale, cioè accessibile a tutti i cittadini; un luogo finalizzato a una ordinata convivenza.

Noi di Infocivica vogliamo contribuire a ricostruirlo.

testo completo dell'appello

Primi firmatari: Piero Angela, Sergio Bartole, Piero Bassetti, Ernesto Bettinelli, Giancarlo Bosetti, Luciana Castellina, Liliana Cavani, Piero Craveri, Leopoldo Elia, Massimo Fichera, Enrico Manca, Pio Marconi, Gianpietro Mazzoleni, Piero Melograni, Mauro Miccio, Mario Morcellini, Paolo Pombeni, Alberto Quadrio Curzio, Francesco Perfetti, Aldo G. Ricci, Giuseppe Richeri, Giorgio Ruffolo e Sergio Zavoli.