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UNA COMUNICAZIONE EUROPEA RIVOLTA AI CITTADINI

di Gerardo Mombelli - vicepresidente associazione Infocivica

Dal saluto di apertura dei lavori alla Conferenza di Torino - 24 settembre 2009
E' POSSIBILE COSTRUIRE UNA TELEVISIONE PUBBLICA EUROPEA?
Problemi e prospettive aperte dal Trattato di Lisbona


Anch'io - a nome dell'Associazione che ha promosso l'incontro e del suo Presidente Bino Olivi che non ha potuto essere presente qui a Torino - rinnovo e dò il benvenuto a tutti i partecipanti e mi permetto di ringraziare i membri del Consiglio Direttivo di Infocivica che non sono qui presenti ma che hanno potuto intensamente lavorare e lavorano oggi da Roma per la riuscita di questo incontro. Penso in particolare a Carlo Monti e Laura Testa.

Infocivica - che da anni si batte per il rinnovamento del servizio pubblico radiotelevisivo nazionale - non vive sulla luna. E dunque non ignora né la crisi economica che ha colpito i nostri Paesi né l'attesa dell'imminente referendum irlandese [nel frattempo approvato n.d.r.] sul Trattato di Lisbona, condizioni che sembrano dettare le prudenze e le incertezze che caratterizzano il panorama politico dell'Europa di Bruxelles. Infocivica ritiene che le risposte più recenti date dall'Unione agli attuali problemi europei siano state nell'insieme inadeguate e insufficienti, ma non per questo propone fughe in avanti tantomeno in settori e in campi in cui le sensibilità dei Paesi membri sono particolarmente vive e le differenze di regimi giuridici e di comportamenti politici rilevanti. Siamo semplicemente convinti che sarebbe un grave errore lasciare inaridire o addirittura spegnersi la riflessione, il dibattito e quindi l'iniziativa comunitaria, sui temi e sui nodi di una politica industriale per la società dell'informazione dopo il sostanziale fallimento di quella che è stata chiamata la strategia o il programma definiti a Lisbona nel 2000. In aggiunta pensiamo che un'attenzione non velleitaria ma non rinunciataria ad un più efficace coordinamento delle politiche in tali materie si debba accompagnare ad un impegno rivolto a trovare nuove forme, nuove collaborazioni per una comunicazione europea rivolta ai cittadini nella quale i servizi pubblici non possono non avere un ruolo importante, se non decisivo.

Credo che la discussione di oggi presenti uno spetto assai ampio di temi possibili o inevitabili che riguardano - per riassumerli brevemente - in particolare:

•  in primo luogo il tentativo di aggiornare la/le definizioni di servizio pubblico tenuto conto delle novità tecnologiche e dell'avvento dell'era digitale;

•  in secondo luogo l'esame delle possibilità, delle convenienze, o delle disponibilità di joint-ventures o cooperazioni rafforzate - se prendiamo in considerazione il livello formale istituzionale comunitario – specifiche fra broadcaster pubblici nonché il livello dell'interazione fra intervento pubblico e iniziativa privata. Penso che in questo lavoro ci farà da guida - o da stimolo se preferite - la fondata sensazione che esista un rapporto virtuoso di reciproca influenza e di scambio fra la prospettiva europea (che come sappiamo tutti è fatta di norme e di consuetudini a stare insieme) e la dimensione e le regole nazionali.

Non è certo il momento – lo è stato ricordato all'inizio della nostra riunione – di formulare soluzioni compiute o di forte carattere per cosi dire centralistico - rese del resto impraticabili dallo stesso Trattato di Lisbona, forse arrivato in dirittura di arrivo (penso in particolare all'Art. 6 del Trattato sul funzionamento dell'Unione), nonché dalla storia del metodo comunitario quale la si ricava dall'esame e lo studio di cinque decenni di un processo di integrazione ricco comunque di grandi successi e risultati. Ma non si può neppure far finta che la questione non esiste

Ultima considerazione non partiamo da zero. Il bilancio delle imprese tentate nel corso degli anni - riuscite o abbandonate (mi riferisco in particolare per esempio alle iniziative che hanno visto in particolare all'opera un vecchio amico dell'Associazione e di molti di noi Massimo Fichera ) può rientrare utilmente nella nostra riflessione odierna.

In ogni caso noi come Infocivica cercheremo di dare la massima diffusione ai testi e alle discussioni di oggi e di continuare un'opera di sollecitazione che qui a Torino può avere un nuovo inizio.

Dal saluto in apertura della Conferenza di Torino - 24 settembre 2009
E' POSSIBILE COSTRUIRE UNA TELEVISIONE PUBBLICA EUROPEA?
Problemi e prospettive aperte dal Trattato di Lisbona