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Osservazioni sul Disegno di legge Gentiloni
e sulle proposte di Giancarlo Bosetti e Alessandro Ovi


contributo alla discussione di Bruno Somalvico
(Segretario Generale Associazione Infocivica - Gruppo di Amalfi)

15 gennaio 2008

Il DDL Gentiloni, le interviste e gli interventi più recenti anticipatori delle Guidelines per il futuro del servizio pubblico e le proposte contenute nel documento “per un nuovo servizio pubblico radiotelevisivo nell’era digitale” segnano una positiva inversione di tendenza nell’opinione pubblica in generale, e nella fattispecie in quella di centrosinistra, segno di una nuova consapevolezza dell’insostituibilità o - per riprendere i termini di un documento di Giancarlo Bosetti e Alessandro Ovi - dell’indispensabilità di un servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale.

Le ragioni del sistema misto

Gli amici che hanno dato vita ad Infocivica sino a qualche tempo avevano la sensazione di trovarsi in una posizione quasi solitaria con pochi amici riuniti intorno all’UCSI (attorno al cattolico Emilio Rossi), all’Isimm (attorno al socialista Enrico Manca) e a pochi altri organismi, a combattere una posizione che pareva allora dominante e che considerava ineluttabile la privatizzazione della Rai e nel futuro il passaggio dal sistema misto che ha caratterizzato l’Europa negli ultimi decenni ad un sistema “tutto privato”, sia pure temperato dal rispetto di rigorosi vincoli antitrust e da regole a tutela del pluralismo simile a quello che gli Stati Uniti avevano promosso sin dagli anni Venti.

La nazionalizzazione della BBC

Negli anni Venti il sistema “tutto privato” statunitense venne criticato da alcuni parlamentari inglesi riuniti in due Commissioni parlamentari di inchiesta sulla radiodiffusione- insediatesi nel 1923 (Commissione Sykes) e nel 1926 (Commissione Selsdon) - che preconizzarono allora la trasformazione della BBC da Company privata in Corporation pubblica finanziata esclusivamente dal canone pagato dai cittadini britannici e che avrebbe dovuto rinunciare alla pubblicità per garantirle la sua autonomia da qualsiasi pressioni provenienti da gruppi commerciali. Questo sistema è rimasto sostanzialmente inalterato e a partire dal 1 gennaio 2007 entra in vigore la nuova Royal Charter approvata dal Governo britannico che fissa missioni e confini del nuovo servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale oltre la Manica, e che rimarrà in vigore sino al 2016.

(Bruno Somalvico)