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Il futuro assetto del servizio pubblico e il suo finanziamento

 

Osservazioni sul Disegno di legge Gentiloni
e sulle proposte di Giancarlo Bosetti e Alessandro Ovi


contributo alla discussione di Bruno Somalvico
(Segretario Generale Associazione Infocivica - Gruppo di Amalfi)

15 gennaio 2008

Conclusioni. Il futuro multimediale ad accesso universale: la televisione via Internet

Vorremmo infine sottolineare un altro aspetto importante annunciato dal Ministro relativo al futuro e in particolare alla IPTV ovvero alla televisione veicolata attraverso Internet. Per evitare all’origine il formarsi di posizioni di monopolio sulla piattaforma Internet si prevede la parità di accesso alla rete per tutti i fornitori di contenuti via Internet.

La nuova normativa impone a Telecom Italia, in quanto soggetto notificato come detentore di un significativo potere di mercato, l’obbligo di offrire l’accesso alla larga banda a tutti gli operatori titolari di autorizzazione generale, ai fini della fornitura del servizio televisivo e comunque la distribuzione di contenuti multimediali in linea. . Sarà l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a stabilire i criteri per una formulazione trasparente e non discriminatoria di tale offerta da parte di Telecom Italia.

Rimane il fatto che la penetrazione della banda larga in Italia è inferiore alla media europea e che occorreranno forti investimenti per le reti di nuova generazione a banda ultra larga. Non è ancora chiaro chi farà questi investimenti e chi li deciderà. Un nuovo soggetto pubblico o una nuova Agenzia a partecipazione pubblica? Oppure solo le imprese di mercato? Qualunque sia lo scenario, la separazione ipotizzata da Telecom Italia fra la rete d’accesso e i servizi di telecomunicazione sarebbe positiva per garantire parità d’accesso a tutti i competitori. Si dovrà infine pensare anche al wireless a larga banda. L’alternativa alla rete fissa sarà il Wimax, la rete via radio a banda larga in grado di coprire i centri urbani come le aree più remote usando frequenze ancora utilizzate dal Ministero della Difesa.

Per un New Deal della Comunicazione. Stato e mercato a quasi mezzo secolo dal primo centro-sinistra

Anche qui il compito del legislatore è arduo. Ma prima ancora che possa intervenire con soluzioni efficaci, le riforme di sistema vanno preparate con cura dalla politica in collaborazione con tecnici di elevato profilo.

Tornare a riflettere sul rapporto fra Stato e Mercato può sembrare un tuffo indietro nel tempo di quasi 50 anni. Di fronte alla globalizzazione e ad altri effetti di questo avvio del nuovo Millennio, proprio perché si chiede alla politica di favorire l’uscita definitiva dagli ultimi mercati protetti e il perfezionamento di certi lunghi e defatiganti processi di liberalizzazione (dagli ordini professionali al valore legale dei titoli di studio), si deve al contempo promuovere un nuovo limitato, oculato ma non per questo meno importante e decisivo, intervento pubblico nella società dell’informazione e delle reti della conoscenza.

La ricostruzione di un Cantiere per il Paese passa attraverso la riqualificazione della scuola, della sanità, dei trasporti e dei servizi, la realizzazione di nuove forme di eccellenza e di valorizzazione dei saperi e dei meriti, attraverso un Nuovo Corso capace di riprendere lo spirito riformista del primo centro-sinistra attraverso la ricostruzione di un nuovo Welfare della Comunicazione, uno Stato sociale intelligente che garantisca a tutti i cittadini l’accesso ai nuovi linguaggi e saperi.

La ridefinizione del ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo nel nuovo comparto multimediale è un passaggio chiave di questo New Deal e rappresenta quella che un tempo si chiamava riforma di struttura.

(Bruno Somalvico)