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di servizi di pubblica utilità nella società dell'informazione.“
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Media Club e Forum di Infocivica
6. Il servizio pubblico radiotelevisivo nella storia d'Italia

 

 

 

Commissione Europea - Rappresentanza in Italia

IDENTITA’ E DIVERSITA’ DELL’EUROPA 
L'integrazione comunitaria nelle prospettive del
servizio pubblico crossmediale

Iniziativa di Infocivica e Gruppo di Torino in vista di una Conferenza Europea
su
I MEDIA DI SERVIZIO PUBBLICO
NELLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE E DELLA CONOSCENZA


1. La nostra proposta: una conferenza sull'avvenire della missione, dell'offerta, del finanziamento e delle regole dei media di servizio pubblico nel nuovo ambiente crossmediale digitale

L’incontro promosso a Torino da Infocivica nell’ambito del Prix Italia nel settembre 2009, dedicato al tema della costruzione di un servizio pubblico delle comunicazioni a dimensione europea, ha visto la partecipazione di sette fra i migliori esperti europei in materia, riscuotendo largo consenso fra i presenti.

Sulla scia dell’interesse suscitato e della qualità degli interventi, il Segretario di Infocivica ha proposto ai relatori presenti al seminario un loro coinvolgimento diretto nella preparazione di un Libro_Verde sui media di servizio_pubblico_nella società_dell’informazione e della conoscenza, i cui documenti di base verranno discussi in una Conferenza Europea da organizzarsi a Torino nel novembre 2012, sempre nell’ambito del Prix Italia.

Promotori della Conferenza saranno due soggetti: Infocivica e questo network di universitari europei - riuniti nel cosiddetto “Gruppo Europeo di Torino” - avvalendosi altresì di una stretta collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa.

I Rapporti predisposti dal Gruppo Europeo di Torino nelle intenzioni dei promotori costiuiscono la base di un Libro Verde sui media di servizio pubblico nella società dell’informazione e della conoscenza che si propone di ribadire, da un lato l'insostituibilità dei servizi pubblici nella società dell'informazione, dall'altro la necessità di ridefinirne la missione in un documento di valore costituzionale, previa una radicale trasformazione del presidio editoriale, dell'assetto organizzativo, delle modalità di finanziamento e dei referenti istituzionali.

Come emerso dall’incontro di Infocivica, è utile chiarire che sottolineare l’insostituibilità della funzione e della missione di organismi al servizio della comunità non significhi necessariamente la salvaguardia degli enti attualmente esistenti, l'esclusività o l'unitarietà del loro assetto organizzativo, né tantomeno la salvaguardia dei gruppi di interessi che li rappresentano o li hanno tutelati nel tempo. Al contrario ridefinirne radicalmente missione, posizionamento editoriale, assetto organizzativo finanziamento e governance significa rimettere in discussione qualsiasi rendita derivante da una posizione dominante in ambiti e contesti tecnologici, di offerta e di mercato che non siano conformi e aderenti agli obblighi derivanti dalla loro missione di servizio pubblico.

Nel rispetto delle norme e dei principi della concorrenza nell'ambito dell'Unione Europea, il documento che potrebbe essere presentato alla Conferenza Europea nel novembre 2012 si propone di favorire un'evoluzione normativa in grado di superare il compromesso intervenuto nel 1997 in occasione della firma del Protocollo annesso al Trattato di Amsterdam che lasciava agli Stati nazionali il compito di stabilire cosa fossero i programmi di servizio pubblico finanziati dal canone e in che misura si potessero distinguere da quelli finanziati da risorse di mercato.

Sempre più diffusa è la consapevolezza che non possano essere auspicate nei palinsesti del servizio pubblico attività finalizzate allo sfruttamento commerciale che andranno espletate nell'ambito di un nuovo e circoscritto “mercato del servizio pubblico” né tantomeno è lecito un uso privato del servizio pubblico. Nel contempo non risulta altresì più tollerabile il ricorso a risorse pubbliche per attività finalizzate al profitto che andrebbero espletate esclusivamente da società profit oriented che come tali dovrebbero essere finanziate con risorse raccolte esclusivamente sul mercato.

Come sottolineato da Infocivica a Torino nel settembre 2009, il nuovo scenario crossmediale richiede un'evoluzione normativa che assicuri il superamento del compromesso all`origine del Protocollo sui servizi radiotelevisivi annesso al Trattato di Amsterdam, risalente al 1997. Occorre rivedere profondamente questo impianto con la consapevolezza che risulterebbe del tutto insufficiente un`estensione delle tradizionali missioni espletate dai broadcaster nazionali sul piano interno al quadro venutosi a creare negli ultimi anni in seguito alle spinte verso la convergenza crossmediale, la globalizzazione e le richieste di un più marcato presidio del territorio. Il nuovo servizio pubblico delle comunicazioni non è chiamato a fare "di tutto e di più", ma "di meglio e di più preciso e circoscritto".

Sul piano interno italiano Infocivica ritiene che non sia possibile rinnovare la Convenzione Ventennale fra Stato e Rai nelle medesime condizioni del passato. La proposta di Infocivica è di inaugurare nel quinquennio 2011-2015 un nuovo metodo di concertazione fra società civile, gruppi di interesse, attori economici e istituzioni locali, regionali, nazionali europee e mondiali, sfidandoli ad avviare una riflessione senza precondizioni che favorisca secondo procedure maieutiche un movimento riformatore della società civile ed una nuova pratica della democrazia partendo dalle considerazioni contenute nel Libro Verde che verrebbe illustrato a Torino. Per il governo italiano obiettivo della Conferenza potrebbe essere quello di definire le Linee guida di una nuova Convenzione a scadenza decennale (e non più ventennale) in grado di definire i nuovi soggetti contraenti in base anche alla nuova statualità derivante dall'art. V della Costituzione, alla necessità al contempo di assicurare principi di sussidiarietà ma anche di concordare un minimo di regole comuni per governare i processi comunicativi nell'era della globalizzazione.